25 settembre 2009

Di Santa ed altre 'nchè


Come al solito cerchiamo di far passare le nostre mancanze per le colpe degli altri...

Mi riferisco all'episodio che ha coinvolto la signora Santanchè ed i burqa islamici ed a quel simpatico episodio in un supermercato padano, che potremmo chiamare "il burqa e l'intolleranza". Premetto che riguardo al primo episodio patteggio per la comunità islamica. Per il secondo invece mi sono trovato in un piccolo empasse. La nostra legge (che ritengo doveroso seguire) impone, per ragioni di sicurezza pubblica, di presentarsi nei luoghi pubblici sempre (e senza eccezioni, compreso il carnevale) con il volto non occultato o celato da maschere o bende che ne impediscano il riconoscimento. E' altrettanto vero che, sempre la nostra legge, tutela e favorisce l'espressioni di culto (qualsivoglia esso sia). Va da se che le due cose si contraddicono se mettiamo nel mezzo la questione del famoso burqa. Per risolvere questa empasse è arrivata splendente mia moglie con una frase talmente semplice da risultare geniale. "Ma perchè a quella straniera che ha il burqa le hanno dato il permesso di stare qui in Italia?". "Giusto!" Le ho subito dato ragione, perchè la religione in questo caso impone delle regole di comportamento (che non sono obbligatorie come le leggi ma vanno seguite comunque) che sono in contrasto con le leggi italiane.

Secondo questo ragionamento le donne che seguono i dettami della religione che prevede l'occultamento del proprio viso negli ambienti pubblici sono da considerarsi fuorilegge e quindi persone non benvenute nel nostro paese. L'errore a questo punto non è più dell'immigrata (parlo al femminile perchè gli uomini, non violando la legge, sono i benvenuti) che indossa il burqa in pubblico (come del resto la sua cultura prevede) ma di chi era preposto al controllo al suo ingresso in Italia che evidentemente non ha svolto bene il suo dovere.

Ho parlato solo del burqa e non del velo perchè di fatto lascia scoperto il volto consentendo di non violare la legge italiana, anche se la signora Santanchè (visto le immagini dei vari TG che hanno fatto vedere il servizio) ha provato a strappare un velo (e non un burqa ) ad una donna. Forse la reazione, di chi stava festeggiando quello che per noi cristiani può rappresentare la pasqua, forse vi sarà sembrata esagerata od eccessivamente violenta, ma provate ad andare in un convento di suore a strappare via il velo (o tutto il vestito secondo la versione della Santanchè) e vedrete che le miti suore si trasformeranno in belve fameliche pronte a spolparvi vivi. Perchè quel velo non è solo un indumento od un ornamento di persone appartenenti ad una cultura diversa dalla nostra ma rappresenta un Voto verso Dio (o come lo si voglia chiamare) e rompere un Voto verso il proprio Dio rappresenta in tutte le culture un "suicidio spirituale".

23 settembre 2009

D come disattento


Recentemente mi è capitato di riflettere sul comportamento dei genitori nei riguardi dei loro figli. Il compito che spetta ad un genitore, lo riconosco, è dei più ardui che la vita ci possa riservare. A loro, infatti, spetta non solo il prendersi cura fisicamente dei propri figli (ed a volte dei figli di altri) provvedendo a sfamarli, curarli e quant'altro un figlio necessiti, ma hanno anche l'obbligo morale di istruirli ed educarli. Ultimamente però noto alcuni comportamenti dal mio punto di vista incomprensibili.

Qualche giorno fa, infatti, mentre facevo alcune compere nel comprensorio della provincia di Firenze, mi sono imbattuto in un genitore al dir poco disattento. Stavo tranquillamente percorrendo in macchina una strada a due corsie e doppio senso, stretta a tal punto da non consentire (in condizioni di traffico pesante) il sorpasso ai motorini. Questo signore che chiamerò D. (disattento) per comodità, essendo sabato ed evidentemente libero dal suo lavoro, aveva deciso di andare a prendere le sue due figlie all'uscita della scuola. Azione più che lodevole per coltivare un buon rapporto Padre/Figli.

Per poter prendere le sue figlie poteva scegliere se parcheggiare in un parcheggio lì vicino(50 metri al massimo) e fare due passi a piedi oppure bloccare il traffico all'interno del piazzale della scuola sperando nella rapidità delle sue due figlie di circa undici anni (ad occhio e croce). La scelta di D. è stata invece di accostare la macchina al marciapiede della strada, creando così un pericolosissimo doppio senso alternato.

Quando sono sopraggiunto io con la mia macchina D. stava giusto attraversando la strada (ovviamente nel punto più vicino alla macchina) ignorando completamente le strisce poste ad una decina di metri da lui e dalle sue figlie. Esortando le figlie a passare prima che passassi io D. ha fatto cadere lo zaino/trolley di una delle due, questo ha fatto si che i tre si dividessero. D. e una delle sue figlie da una parte della strada, l'altra figlia in mezzo alla strada accanto alla macchina. Ovviamente ho suonato il mio clacson per avvertire del mio passaggio in modo che, almeno, potessero accorgersi del passaggio imminente di una macchina e potessero evitare di fare movimenti improvvisi ed ancora più pericolosi. So di aver sbagliato e che dovevo fermarmi dando la precedenza, anche in assenza di strisce, comunque ai pedoni, ma ero intenzionato a liberare al più presto quello spazio per evitare un aggravarsi della situazione(vedi il motorino dietro di me che fremeva dalla voglia di passare). Ma forse proprio per il mio colpo d'avvertimento D. ha capito che mi ero accorto della situazione e ha deciso di attraversare trascinandosi dietro la figlia e lo zaino/trolley. Ovviamente ho rallentato ulteriormente, provocando così il sorpasso immediato del motorino che era dietro di me e che è passato a bruciapelo dello zaino. D. mi ha apostrofato con un "Ma non vedi che ci sono le bambine" ed io che non ho potuto trattenermi ho risposto "Allora insegnagli meglio ed a passare sulle strisce".

Mi sono veramente arrabbiato con lui e con quel suo modo di pensare egoistico a tal punto di usare le sue figlie a mo' di scudo per le sue mancanze.

Lo ripeto, essere genitore è una delle cose più difficili a questo mondo e cercare scorciatoie che facilitino il compito non credo aiuti realmente nessuno. Anzi poi magari quelle "scorciatoie" si riperquotono sul carattere o sull'educazione dei figli e renderanno ancora più arduo il compito iniziale del genitore.

19 settembre 2009

Odio gli indifferenti

Questa non è farina del mio sacco ma sono pienamente daccordo con lui. Lo pubblico su suggerimento di un mio caro amico.


Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci

15 settembre 2009

Cuore d'Italia


Questo pomeriggio mi sono soffermato a riflettere assieme ad un mio vicino di lavoro sul cambiamento della società italiana. Il tema era incentrato sui ricordi scolastici del libro "Cuore" di De Amicis. Nel libro si apre un breve ed intenso spaccato della società italiana dell'epoca (fine '800) attraverso la visione del non-mi-ricordo-più-come-si-chiama protagonista e dei suoi compagni di scuola. Una società patriarcale, rigida ma onesta in cui l'obbiettivo della vita non era arricchirsi a tutti i costi ma guadagnare il rispetto delle persone che ci circondavano, anche (e forse soprattutto) di quelle che non conosciamo.

Ripercorrendo a stralci il libro ci siamo imbattuti in uno dei "racconti del mese" e per la precisione quello della "piccola vedetta lombarda", in cui un ragazzino di non più di undici anni perde la vita per "amor di patria". "Racconto a dir poco assurdo" mi ha detto l'esimio collega della ditta accanto "ma figurati se un bambino di quell'età, mentre gli sparano addosso, continua, anche più intrepido, ad avanzare contro il nemico. Assurdo, no?"

Per un attimo ho esitato nel rispondere, confrontando i bambini di adesso con quella piccola vedetta. Ma poi ho ripensato ai miei nonni, alle persone che hanno vissuto quel periodo, a quelli che sono morti per un ideale e quelli che, alla fine, quell'ideale lo hanno piegato ai loro voleri e lo hanno schiacciato sotto la forza dei loro soldi, quell'ideale chiamato Italia unita. Mi sono arrabbiato contro di lui. Niente si serio, solo una piccola divergenza di opinioni fra "colleghi da caffè".

Il punto è che quel racconto, oltre ad essere propagandistico e retorico è un ricordo abbastanza chiaro del fatto che noi italiani non siamo sempre stati pecoroni e succubi di un potere più grande del nostro ma abbiamo anche cercato di migliorare la nostra condizione. Certo è che se pensiamo egoisticamente a salvare la pelle, non potremo neanche rischiare di trasformare questo paese nel famoso "Bel Paese" che tutto il mondo conosce e da cui troppo spesso gli italiani vengono privati.
Certo che 150 anni sono tanti ed un popolo è giusto che cambi, che si evolva in qualcosa di nuovo.


Ma credo che dobbiamo difendere le Libertà, che per noi hanno conquistato i nostri avi, in tutte le sue forme.

La Libertà di stampa, di espressione, di culto, etc, etc.

Se anche una di queste Libertà ci viene negata o ci viene ostacolata da forme più o meno celate di violenza (la censura la ritengo una forma di violenza intrinseca) credo che sia giusto prendere tutto quello di cui si dispone per potersi ribellare. Senza mai scendere, a nostra volta, sul piano della violenza.
Non sono nessuno per poter dire o suggerire cosa sia giusto fare, ma so che il non fare niente è sbagliato.

01 settembre 2009

Puntini sulle i



In questo post vorrei precisare alcune cose che, a mio parere, sono state travisate da alcuni lettori.


Spesso mi ritrovo a criticare pesantemente il "modus operandi" dell'Italia, delle sue regole, modi di fare sia del governo sia dei cittadini. Non vuole questo essere una mera critica atta esclusivamente a denigrare un paese ed il suo popolo, ma vuole essere un modo per cercare di spronare lo stesso alla ricerca ed al raggiungimento di un più alto livello di società. Prevenendo le vostre di critiche, non mi sto mettendo su un pulpito più alto a giudicare, prendo (e pretendo di avere) le mie colpe come tutti credo dovrebbero fare. Nessuno mi ha promesso un mondo perfetto, sarei stato troppo ingenuo per credergli, e se è vero che questo mondo non è mio ma mi è stato dato in prestito dai miei figli, vorrei poter migliorare quello che mi hanno dato. La perfezione è utopia ma la sua ricerca non è un lavoro inutile. Continuerò a criticare ciò che ritengo sbagliato per poterlo correggere. Se vi sentirete offesi dalle mie parole, se non condividerete ciò che scriverò, se ritenete che le mie proposte siano stupide (se mi dovete porre dieci domande) siete liberi di dirmelo sia in forma scritta sia in forma verbale, proverò ancora a spiegarvi le mie ragioni ed ascolterò le vostre.

28 agosto 2009

Illuso disilluso

Vi giro un altro bel articolo comparso su yahoo notizie, lascio a voi commentare:

Milano, 27 ago. (Adnkronos)
A Brescia Dal 2003 Clandestino Chiede e Ottiene Il Rimpatrio In Senegal
"Sono stanco di vivere in Italia, stanco di vivere così". S.A., senegalese di 39 anni, nel nostro Paese dal 2003 si è autodenunciato agli agenti della Questura di Brescia.
Ieri mattina si è presentato ai poliziotti, ha detto di essere clandestino e ha chiesto di essere rimpatriato. Era arrivato con il sogno di un lavoro e di una vita normale, ma da tempo viveva per strada, davanti a un palazzo in via Raffaello.
Senza fissa dimora, dal 2007 non aveva più chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno e ad agosto era stato colpito da ordine di espulsione. ''Non ce la faccio più a continuare così'', ha spiegato agli agenti. Pochi oggetti personali chiusi in una valigia che portava sempre con sé, si è arreso alle difficoltà e ai numerosi esposti dei condomini dello stabile, indispettiti per la sua presenza. Così ieri, l'uomo con nessun precedente penale, si è fatto identificare. In serata è stato accompagnato in all'aeroporto di Malpensa, dove si è imbarcato per il Senegal.

10 agosto 2009

Ciò che rimane



64 anni sono passati da quello che ritengo sia il più grande errore dell'umanità. Oggi mentre pranzavo con mia moglie ho rivisto per l'ennesima volta le immagini di quell'orrore di cui troppo spesso l'occidente va fiero. Piangevo. Piangeva anche mia moglie, senza parlare siamo rimasti attoniti davanti a quelle immagini. Il commento dello speaker televisivo ha rotto il silenzio e con voce rotta dal pianto mia moglie mi ha detto "guarda, guarda quello che hanno fatto...". Non riuscivo più a fermare le lacrime. Volevo chiederle scusa, ma non so come si possa, con quale coraggio, con quale "ragione" si possa chiedere scusa per una cosa così. Abbiamo finito di pranzare e non ne abbiamo più parlato, ma so che non è un capitolo chiuso nè per lei nè per me. Non è chiuso per nessuno. E' solo sospeso nel tempo, da 64 anni aleggia su di noi, ogni tanto alziamo la testa e ci ricordiamo che è lì a monito per le generazioni future. Come i nostri padri dobbiamo accettarne la responsabilità ed insegnare ai nostri figli ad alzare la testa e a guardare a quell'orrore in modo costruttivo così che nessuno possa anche solo pensare di ripeterlo.

08 agosto 2009

Carta... Kanta!

In questo periodo abbiamo avuto varie vicessitudini legate alla nostra casa che era in vendita, alla convivenza a volte molto forzata con mia madre ed altre piccole cose che sommate insieme riescono a scoraggiare ed infastidire chiunque. In un sabato abbastanza tranquillo ci è arrivata una telefonata da parte di una amica di famiglia che ci avvertiva che avevano abbandonato un gattino di circa un mese di vita nel suo giardino. Lei non poteva tenerlo e così ci ha chiesto se eravamo disponibili a curarci del piccolo orfanello. Senza pensarci troppo su abbiamo accettato, lo siamo andati a prendere e lo abbiamo portato a casa nostra. Con attenzione lo stiamo curando in tutti i suoi bisogni e gli stiamo insegnando a fidarsi di noi, un lavoro lungo ma piacevole. Dopo i primi due giorni di diffidenza abbiamo notato che le cose pian piano miglioravano, e non solo con il gatto! Siamo finalmente riusciti a vendere casa mia, alcune piccole cose che ci ostacolavano si sono appianate da sole e la vita sembra seguire il giusto corso degli eventi, almeno per adesso... Siamo pienamente convinti che quel piccolo micio ci stia portando fortuna! Lo abbiamo chiamato Kanta (che suona bene sia in italiano che in giapponese) e poi abbiamo scoperto che adora la carta (appallottolata) con cui gioca tantissimo. Nonostante fosse un periodo difficile per noi, ci siamo sacrificati, abbiamo rinunciato ad andare al mare o in piscina, solo per curare una piccola creatura e credo che queste cose vengano ripagate in un modo o nell'altro.
Grazie Kanta ti vogliamo bene (^^)/

07 agosto 2009

L'Italia che non vorrei...


Leggendo un libro di storia, una volta, mi sono imbattuto in un episodio di cui l'Italia si è macchiata. Un italiano di media istruzione ebbe l'ardire di candidarsi alle elezioni politiche per governare il paese. Fondò un partito nuovo, il cui nome richiamava interessi comuni degli italiani e con la sua dialettica convinse un folto gruppo di persone a seguirlo e difenderlo su tutto. Per garantire la sicurezza dei cittadini e guadagnare consensi facili affiancò alle forze dell'ordine istituzionali gruppi di privati cittadini che chiamò ronde. Sempre per garantire la sicurezza dei cittadini ed evitare che potessero crearsi situazioni di inutile pericolo vietò la vendita di alcolici ed il raggruppamento pubblico delle persone. Iniziò a mettere regole sempre più rigide contro quelle persone che adottavano uno stile di vita diverso dal suo, un credo diverso dal suo ed idee diverse dalle sue. La sua inflessibilità lo portò ad allearsi facilemente con vicini potenti ed altrettanto inflessibili. Si autoproclamò DUCE ed ad un certo punto l'Italia si trovò in guerra. Che perdemmo.
Tutto quello che lessi quella volta mi ricorda una altra situazione, ma non riesco prorpio a ricordare quale...

Scuse personali

Finalmente sono tornato.
Chiedo scusa a tutti i miei assidui lettori per essere "momentaneamente scomparso" da questo blog.
Non starò a dilungarmi sui motivi che mi hanno trattenuto dallo scrivere su queste pagine virtuali perchè risulterebbero mere ed inutili, anche se motivate, scuse.
Ancora vi porgo le mie più sentite scuse, cercherò di anticiparvi, per quanto mi sarà possibile, le mie prossime ed inaspettate assenze.
Grazie a tutti quelli che con ostentata ragione leggeranno queste righe.
Ciskye.

03 luglio 2009

Nezumi Tori


Vi giro in questo post una vicenda accaduta pochi giorni fa a Roma.



Roma, 1 lug. - (Adnkronos) - Il titolare di un noto ristorante di via Zanardelli, a Roma, e' stato denunciato dagli agenti della Polizia per truffa ai danni di due fidanzatini giapponesi in vacanza nella Capitale. Dopo aver visitato le bellezze della citta', i due giovani si erano concessi un pranzo al ristorante nei pressi di piazza Navona. La sorpresa e' arrivata al momento di pagare il conto: per due pasti completi con vino e acqua il cameriere ha presentato un conto di 579,50 euro. In un primo momento la coppia ha pensato a un errore, ma i dubbi sono venuti meno quando sono tornati in possesso della carta di credito: sulla ricevuta risultava che al totale era stata aggiunta una mancia di 115,50 euro, prelevata senza la loro autorizzazione.


Sarebbe il solito caso di truffe verso gli stranieri (di cui in Italia siamo ormai abituati a sentirne parlare) se non fosse che questo caso in particolare è arrivato anche in Giappone. Non tramite il solito canale di passaparola fra turisti indignati, ma attraverso una fonte autorevole come la Reuters Japan, dal quale è ovviamente rimbalzata su molti siti e testate giornalistiche nazionali. Vedi anche Yahoo Japan, Asahi, etc, etc.

Da ricordarsi è che, come per noi spesso il Giappone è "solo" Tokyo, Kyoto, Osaka e poche altre città così anche per i giapponesi l'Italia spesso è "solo" Milano, Firenze, Roma, Venezia, Napoli e Sicilia. Città che devono visitare ad una velocità impressionante (a volte Firenze in mezza giornata, Roma in un giorno e via di seguito) togliendo così la possibilità di scoprire ristorantini da due soldi in cui si mangia da Dio od altre piccole peculiarità di cui TUTTE le nostre città sono piene.

Il danno che, per la verità, pochi "furbi" fanno all'Italia, raggirando i turisti (stranieri e non), diventa così incalcolabile.

"L'industria del turismo" italiana fattura circa un sesto del nostro PIL, forse dovremmo trattarla meglio di come in realtà non stiamo facendo.

30 giugno 2009

Il binario interrotto della vita


Giusto ieri sera avrei voluto scrivere un post che parlava della perdita della vergogna da parte di noi Italiani, ma non sapevo quale poteva essere lo spunto per farlo. Oggi ne ho anche troppi, purtroppo. Avrete sicuramente avuto notizia del gravissimo incidente avvenuto presso la stazione ferroviaria di Viareggio, il triste bilancio in questo momento in cui scrivo è fermo a 14 morti, una trentina di feriti gravi e 3 persone ancora risultano disperse.
Come ogni martedì, ignaro dell'accaduto ho accompagnato mia moglie alla stazione e pacificamente me ne sono andato. Non un cartello, un annuncio o semplicemente un addetto alle ferrovie ci ha avvisato del fatto che l'Italia era spezzata in due e che ci sarebbero potuti essere ritardi. VERGOGNA. Lo dico, ma tanto loro non sentono. Forse non sanno neanche cos'è la vergogna. A dimostrazione di ciò oggi alla conferenza stampa indetta dalla società TreniItalia, l'amministratore delegato Mauro Moretti (mi sembra si chiami così) ha dichiarato che dalle prime analisi l'incidente è dovuto ad una rottura del tutto accidentale di un pezzo fondamentale del treno e il controllo della funzionalità, efficenza e rispetto delle normative era di competenza della società propietaria del treno stesso. Un modo come un altro per dire "Non è colpa nostra".
Allora, il fatto che le case adiacenti i binari siano bruciate come carta in un camino non è colpa delle ferrovie. Chi è che deve prevedere e prevenire incidenti a rischio rilevante? E' mai possibile che vere e proprie bombe passino così vicino alle case? Possibile che nessuno, ne il comune, ne le ferrovie, ne i propretari delle case in questione abbia richiesto la messa in sicurezza? E c'è veramente bisogno di chiedere la messa in sicurezza, non è obbligatoria? Chi è che decide la tipologia di merci da trasportare su un determinato tratto? Se fossi un dipendente qualsiasi delle ferrovie poverei un senso enorme d'imbarazzo e mortificazione per quello che è successo nella mia azienda.
Non finisce qui. Il nostro amico Silvio ci ha messo del suo. Arrivato sul luogo dell'incidente è stato accolto da un nugolo di persone che lo hanno fischiato e gli hanno gridato vergona. Lui per tutta risposta ha detto che sono solo i soliti estremisti di sinistra che fanno il male del paese. Caro Silvio soprattutto in momenti di crisi bisognerebbe ascoltare il popolo.
Rimane solo l'immagine di un bambino che dopo essere andato a letto sognando il mare si è svegliato nell'inferno. In Italia si muore anche così.
Vergognamoci tutti.

24 giugno 2009

La voce sorda



Anche questo referendum è andato. Si, è andato male! Un risultato peggiore non si poteva avere. Il 24? 25? 26%? Uno schifo totale! Non è per quello che il referendum in se stesso proponeva, è per quel lassismo, menefreghismo e sordità delle persone che non hanno votato. Si vota per esprimere una propria opinione, per far sentire la propria voce e quando la voce è fuori dal coro, bhè, ascoltare la voce altrui. Non sappiamo più fare neanche questo, neanche ascoltare. Dare la possibilità ad altri di poter esprimere un proprio pensiero. Certo è che se l'unico nostro pensiero è "Io so di aver ragione" allora ascoltare gli altri non serve anzi, risulta più comodo ed efficace tappare o coprire la voce degli altri in modo da far sentire solo la propria. Questo concetto ha un nome, PREPOTENZA, ed è la cosa di cui mi sento vittima ogni qualvolta qualcuno sovrasta la mia voce con la sua.
A quel 74% di persone che non è andato a votare vorrei dire solo una cosa, vergognatevi CODARDI.

18 giugno 2009

Silenzio assordante



Seguo assiduamente tutte le notizie che riguardano il Giappone ed ovviamente la regione in cui esso si trova. Sia perchè mi interessa la sociologia asiatica sia perchè vorrei tenere informata il più possibile mia moglie sul suo Paese. Quasi un mese fa sono stato allarmato da una notizia passata quasi distrattamente al telegiornale (SkyTG24) in cui si asseriva che la Corea del Nord aveva testato un missile sorvolando lo spazio aereo giapponese. Il susseguirsi nei giorni avvenire di maggiori informazioni sull'accaduto e sulle critiche che quest'azione aveva sollevato a livello internazionale hanno fatto accrescere la mia preoccupazione su quello che stava succedendo in quella regione. Una rapida escalation che ha portato la comunità internazionale a imporre dure sanzioni (economiche immagino) all'indisciplinata Corea. Dopo che il consiglio di sicurezza ha votato a favore di queste risoluzioni al telegiornale, la Corea, il Giappone, e tutte le nazioni strettamente interessate, sono improvvisamente scomparse. Dissolte nell'etere, facendo presumere che le sanzioni inflitte abbiano veramente raggiunto lo scopo designato.

Fortunatamente non mi accontento mai di ascoltare una sola fonte d'informazione ma scavo sempre ovunque per avere la possibilità di osservare un problema da più punti di vista.

Grazie a questo, ho trovato su internet che le risoluzioni imposte non sono poi così risolutive.

Di fatto il consiglio di sicurezza permanente (mi sembra si chiami così) composto dalle più grandi potenze militari al mondo si è trovato favorevole al controllo ed al ridimensionamento delle mire della Corea del Nord. Da notare in particolare che anche la Cina, di cui la Corea spesso è stata il "cane sciolto", ha votato a favore delle risoluzioni. Forse però il tentativo arriva troppo tardivo, infatti negli articoli che ho trovato ( http://it.notizie.yahoo.com/10/20090618/twl-corea-nord-usa-pronti-per-missile-e717a22.html -- http://it.notizie.yahoo.com/7/20090620/tts-usa-rafforzate-le-difese-alle-hawaii-c8abaed.html -- http://it.notizie.yahoo.com/9/20090617/twl-nordcorea-movimenti-in-base-lancio-r-e497199_1.html ) si parla (non troppo) velatamente di un possibile scoppio di una guerra che, a questo punto, viste tutte le instabilità dell'Asia (di cui vi ho accennato in un precedente post) potrebbero iniziare a preoccupare seriamente anche noi Italiani. Mi chiedo se nel silenzio improvviso ed assordante dei telegiornali italiani si celi un imposizione attua a non creare maggiori timori ed incrementare così ulteriolmente la crisi economica in cui ci troviamo oppure sia semplicemente il modo per dire che il problema è risolto e non ci dobbiamo più preoccupare anche se tutto da da intendere che non sia così.

15 giugno 2009

TrenItalia


Come spesso mi capita sono andato ad accompagnare mia moglie alla stazione del treno, che usa per raggiungere Firenze. Come tutte le volte, dopo che l'ho lasciata lì e sono ripartito per andare al lavoro ho ricevuto un SMS da lei. Il treno è in ritardo di un quarto d'ora!! Quasi non ci facciamo più caso, la mattina è in ritardo cronico... Anche se non capisco proprio perchè. Soprattutto non capisco come sia possibile accumulare un ritardo di un quarto d'ora o venti minuti su una tratta ferroviaria di "appena" 70/100 Km. Guasti? Difetti? Incidenti? Persone che si suicidano tutti i giorni? Misteri delle ferrovie... E tutto questo solo la mattina, tutti i giorni! La sera poi non passa mai un treno!!! Ovviamente sono andato a ripendere mia moglie la sera alla stessa stazione. Ore 18.45. L'ora in cui più o meno tutti stanno tornando a casa da loro lavoro. Ai-chan ha deciso di comprare un regalo a sua suocera (mia madre) e ovviamente ha perso il treno che solitamente prende. Così ho scoperto che nell'orario di punta passa solo un treno ogni 40 minuti!!! Sempre che non ci siano ritardi. Ci credo che nessuno vuole utilizzare i mezzi pubblici. Aumentando la frequenza dei treni magari si potrebbe pensare maggiormente al loro utilizzo e, sempre magari, non ci sarebbero così tanti ritardi...

08 giugno 2009

7 giugno, il mio compleanno


In questo periodo sono molto impegnato e stressato dai molteplici eventi che condiscono la mia vita. Sono arrivato addirittura a scordarmi che ieri era il mio compleanno!!! Nella mattina mi hanno mandato il primo messaggio di auguri ed io per risposta mi sono chiesto "perché?". Strana la mente umana... Comunque visto che sia io sia mia moglie eravamo totalmente impegnati non abbiamo preparato nessuna festa ne sorpresa. Siamo stati a casa a riposarci ed abbiamo trascorso un po' di tempo insieme preparando un dolce. L'idea ovviamente è stata di mia moglie che mi sorprende sempre con la sua fantasia e semplicità. La ricetta, semplice semplice, era budino alla fragola. Poi, siccome era la prima volta che ci cimentavamo in questa esperienza culinaria, si è trasformata in mousse alla fragola con base di fragole e kiwi. Ci siamo proprio divertiti cercando gli strumenti giusti, mescolando gli ingredienti e assaggiando di quando in quando i componenti. Niente di particolarmente eclatante, nessuna spesa folle, nessun colpo di testa solo un piacevolissimo tempo da trascorrere costruendo qualcosa insieme. Giusto quello che ci serviva in un periodo pieno di stress. La ricetta della felicità a volte è composta da ingredienti molto semplici.

04 giugno 2009

Tempo libero


Sono in ferie... Purtroppo. Ebbene si, la crisi ha colpito anche l'azienda dove lavoro che ha deciso, per non licenziarmi in tronco di mandarmi un po' in ferie. Anche perchè se poi dovesse licenziarmi dovrebbe pagarmi meno ferie!!! Logico, un po' cinico ma logico.
In questa settimana di ferie "obbligate" mi sono dilettato in quello che, ultimamente, sembra il passatempo di tutti. Il giocattolo favoloso Facebook. Oltre che a ritrovare amicizie e conoscenze perse o trascurate da decenni offre anche un piccolo spazio di svaghi, chiamati applicazioni. In realtà non sono altro che video giochi interattivi che si collegano fra la propria interfaccia e quelle degli utenti a con cui abbiamo deciso di scambiare informazioni, i così detti "amici". Giochi insomma solo giochi, per i quali però dobbiamo sacrificare un po' del nostro tempo. Magari solo cinque minuti per cedere come ce la caviamo in una particolare abilità o quanto siamo più forti degli altri nostri amici... E se perdiamo o siamo meno forti, non c'è problema possiamo riprovare e dimostrare che i più forti siamo noi!!! E' tutto lì, proviamo poi riproviamo ed ancora riproviamo finchè non ci stanchiamo o ci accorgiamo di aver sacrificato un po' troppi "5 minuti". Proprio così per dimostrare agli altri che siamo i più forti non ci rendiamo conto del tempo che passa, soprattutto se, per dimostrarlo, ci divertiamo giocando. Ho avuto la fortuna di arrivare primo in una di queste applicazioni (dimostrando a tutti di essere un entità superiore in quel gioco) ma poi mi sono accorto che nella mia foga di voler primeggiare (fra i miei amici) in quel gioco ho sacrificato il tempo che dedicavo solitamente a questo blog. Guardando meglio poi mi sono accorto che, invece di lasciare il mio pensiero scritto e costruire così un dialogo fra persone che non si conoscono (cosa per cui internet è nata) non ho fatto niente. Proprio niente! Ho solo giocato ad un video gioco, in cui magari sono anche bravo, ma non c'è altro, non nasce una discussione da questo, non si creano legami così, non si costruisce un futuro fatto di dialogo.
La Facebook mania mi spaventa non poco. La voglia di evadere da questo mondo, sicuramente non perfetto, per rifugiarsi in un mondo asettico, come quello della realtà virtuale, è forte ma dobbiamo stare attenti e ricordarci che il mondo vero (dove respiriamo, mangiamo e cresciamo) è un altro. Dobbiamo stare attenti che non ci rubi il tempo di fare le cose necessarie alla nostra sopravvivenza. Mi domando poi, se questa crisi che ci ha colpito così improvvisamente, non sia dovuta magari a distrazioni come FB. Sono quasi convinto che sia il contrario, cioè che FB abbia avuto così tanto successo proprio per merito di questa crisi che ha lasciato tanto "tempo libero" alle persone, però il tarlo nella mia mente ormai c'è e non se ne vuole andare.
Con più dubbi ed incertezze di prima,
il Vs. Ciskye

26 maggio 2009

La memoria delle parole

Giusto oggi, mentre stavamo regolarmente pranzando, ho visto un trafiletto che passava veloce sotto le facce seriose dei giornalisti che commentavano altre notizie. Il trafiletto suonava più o meno così: Obama, chiederò alleati azione forte contro Corea. Nel tempo stesso in cui passava in sovraimpressione lo leggevo. Mentre lo leggevo la mia mente si concentrava su tutte le parole prendendole una alla volta e scandendole perchè le potessi assimilare meglio. "Obama" "Alleati" "Forte" "Azione" "Contro" "Corea Del Nord". Mentre quel breve trafiletto scorreva via sul teleschermo lo seguivo con gli occhi, ma già la mia mente si inerpicava a tradurre in "volgare" quella frase "diplomatizzata". La prima traduzione che ne è partorita è stata: Gli USA attacheranno la Corea. Poi ci ho riflettuto e ho pensato che era un po' eccessivo muovere guerra contro chi effettua test nel proprio paese (anche se si trattano di test missilistici od atomici od entrambi). Successivamente mi sono ricordato che l'Europa non appoggerà mai un atto di guerra preventiva contro un governo asiatico appoggiato dalla Cina. Ci sono, ovviamente, in ballo troppi vantaggi economici che, sopratutto in questo momento di crisi globalizzata, non devono andare sprecati per una "ripicca" contro un regime totalitarista.
Giusto i soldi!
L'italia (e l'Europa) ha tentato di creare, in questi anni, una rete economica molto forte con i mercati asiatici (vedi Russia e Cina, ma non solo) e la vuole ovviamente consolidare. E' molto probabile quindi che quella "forte azione contro" citata prima si riferisse in realtà ad una sanzione economico-restrittiva nei confronti del governo di Piongyang. Azione che comunque, visto il delicatissimo gioco di equilibri di potere nel calderone asiatico(vedi Myanmar, Ceylon, Pakistan, Iran e la situazione ancora irrisolta dell'Afganistan), rischia di diventare una miccia di innesco per una ben più grave dimostrazione di forza.
Ciskye

24 maggio 2009

Un mondo ideale


Fin da piccolo ho sempre idealizzato la vita, come del resto fanno tutti i bambini. Siccome siamo fortunati crediamo che tutto ci sia dovuto, la casa dove abitiamo, il cibo che mangiamo tutti i giorni, i giocattoli, la scuola, etc, etc. Quando cresciamo ci possiamo rendere conto che non è esattamente così. Ci sono molte popolazioni alle quali manca più o meno tutto, acqua, luce, medicine, tutte le cose essenziali di cui noi popoli fortunati non ci preoccupiamo neanche. Siccome non ci preoccupiamo di queste cose, dovremmo preoccuparci almeno di altre cose, meno essenziali ma, comunque importanti. Non dico che ignorare le difficoltà altrui sia una cosa buona, anzi, trovo che gli aiuti al "terzo mondo" e tutte quelle "strane riunioni" fatte al G8 sono sacrosante e per fortuna qualcuno ci ha pensato. Dico solo che, visto che siamo fortunati, dovremmo mettere più impegno nel migliorarci il più possibile in modo da poter aiutare veramente chi rimane dietro di noi. Non siamo perfetti e questa è una cosa che bisognerebbe tener bene a mente e se le cose non funzionano è colpa nostra e solo nostra. Un po' come la mafia, quando abbiamo capito che il problema più grande per sconfiggere la mafia era la nostra omertà abbiamo cambiato un po' e piano piano, pezzo per pezzo i castelli della mafia crollano. La stessa cosa vale per la politica, per i treni, per le banche, per tutto quello che non funziona. Dobbiamo smettere di essere reticenti, omertosi, dobbiamo "arrabbiarci" e denunciare tutto quello che non va bene. Perchè non è vero che tanto non cambia niente. Se lo vogliamo possiamo cambiare questo mondo, dipende solo da noi dal nostro coraggio, dalla nostra correttezza e dalla nostra ricerca della giustizia.

22 maggio 2009

Onore al merito


Questo post avrei dovuto scriverlo come primo, però ho trovato cose più urgenti da sottoporre alla vostra cortese attenzione.
Il titolo che ho scelto per questo Blog "Illuso da una realtà mai sogno" non è frutto del mio sacco ma lo devo ad uno sconosciuto che ha voluto condividere su un muro a caratteri cubitali questo suo pensiero con tutto il mondo. La frase originaria era "Illusi da una realtà mai sogno", che io ho leggermente modificato in "illuso", perchè mi sento parte di quel gruppo di "speranzosi" a cui, quel genio sconosciuto, a voluto accennare.
Ogni giorno mentre tornavo da scuola con l'autobus potevo leggere tranquillamente quella scritta ed, usandola come spunto, ragionarvici sopra. Un giorno, quando ridipinsero il muro della casa sul quale era scritto quel graffito, sentii un senso di vuoto che cresceva dentro di me. Inconsapevolmente mi ero accorto che avevano cancellato lo spunto dei miei pensieri e riflessioni pomeridiane durante il lento tragitto dell'autobus. Dopo pochi mesi, però, la scritta riapparve in tutta la sua grandezza (circa 4 metri per 2 disposto su due righe).Pensai che non si possono cancellare i pensieri e se qualcuno ci dovesse provare questi ritornerebbero più forti e decisi che mai. So che molto probabilmente era riferito alla A.C.Fiorentina che a Firenze ha dato tante speranze ed altrettante delusioni ma da quel giorno è diventata un motto che ho fatto mio adattandone il significato a mio piacimento. Se ben ricordo passarono più di 15 anni e quella scritta, che tutt'oggi mi da l'incipit ai miei pensieri resistette a lungo. Ad oggi la scritta non è più visibile ma trova nuova vita in questo blog.

20 maggio 2009

Scuse formali

Spett.le Shinsuke Shimizu Ministro e Vice Capo Missione dell'ambasciata del Giappone in Italia, in relazione a quanto da voi denunciato ed esposto sul Vs. sito internet riguardo le parole dispregiative usate sul quotidiano "Il Giornale" in data 30 aprile a p. 16, articolo intitolato "Lambertow premiato dai giapponesi", non essendo a conoscenza di nessun tipo di spiegazione a scopo di rettifica da parte del quotidiano stesso o da chi per loro e volendo dissociarmi con forza dal concetto espresso nel articolo di cui sopra, Vi chiedo formalmente scusa per l'offesa lanciataVi dal mio connazionale.
Ben a conoscenza che queste scuse rappresentano un mio e solo mio pensiero salvo l'estensione alla mia famiglia di cui sono a capo e per la cui posso parlare,
mortificato dall'ennesimo episodio di cui noi italiani ci siamo macchiati, Vi rinnovo le mie scuse pregandoVi di estenderle a tutto il popolo giapponese e
Vi porgo i miei più rispettosi saluti.
Daniele, cittadino italiano.

19 maggio 2009

Ferite di una penna


Vi cito qui di seguito, senza aggiungere altro, un articolo apparso sul sito dell'ambasciata giapponese in Italia:



Ambasciata del Giappone
Roma
Roma, 7 maggio 2009


Egregio Direttore,
ci riferiamo all'articolo apparso sul Vostro giornale il 30 aprile a p. 16, intitolato "Lambertow premiato dai giapponesi". Nel medesimo si legge "Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi".
E’ ben accetta l'attenzione prestata alla notizia del conferimento dell'onorificenza al Senatore Dini da parte del Giappone. Tuttavia, riteniamo che l'espressione utilizzata per identificarci, ossia "musi gialli", abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l'espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all'altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano. Pertanto, richiediamo quanto prima una spiegazione a scopo di rettifica sull'espressione "musi gialli giapponesi" come apparsa sul Vostro giornale.
Attendendo una Sua risposta in merito, Le porgiamo distinti saluti.


Shinsuke Shimizu
Ministro e Vice Capo Missione             


P.S.- Anticipiamo, inoltre, che la presente lettera sarà pubblicata in ogni caso sul sito della nostra Ambasciata al fine di informare i Vostri numerosi lettori.


(日本語仮訳) 日本大使館ローマ                                  ローマ、2009年5月7日 編集局長殿 4月30日付の貴紙16面に掲載された「Lambertow premiato dai giapponesi」と題する記事中、「Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi」との表現について、以下申し上げます。まずは我が国のディーニ上院外交委員長への叙勲に対し貴紙より払われた関心に対し歓迎申し上げます。しかしながら、同記事の中で日本人を表す表現として使用されている「musi gialli」との表現は侮辱的かつ大変否定的ニュアンスの表現であり、また、記事の内容に鑑みても、右表現を使用する必然性はないと思われ、したがって全く意味のない表現であると考えます。加えて、このような品格のない表現の使用は、全国紙であり、イタリアのジャーナリズムの中で伝統を有する貴紙の気品にそぐわないものと考えます。ついては、貴紙に掲載された上記表現の訂正を目的とした早急な説明を求めます。ご回答を待ちつつ。 敬具 (署名)清水 信介次席公使 追伸:本件書簡については、貴紙を購読する多くの読者に対する周知のため、当大使館のHP上に掲載する旨前もってお伝えします。
_______________________
Gent.mo Dott. Mario GIORDANO
Direttore ResponsabileIl Giornale
Via Gaetano Negri, 4
20123 MILANO

08 maggio 2009

Leggi razziali




La nuova proposta della Lega Nord non mi sorpende neanche un po'. Mi fa arrabbiare, mi dona una profonda delusione e, soprattutto, mi fa vergognare, ma non mi sorprende. Sono veramente arrabbiato con una società che si sta dimenticando dei propri valori. Sono deluso dalle persone che mi circondano che non si ricordano più cosa vuol dire integrazione. Mi vergogno di essere italiano e me ne vergogno tutte quelle volte che uno straniero, chiunque esso sia, può ridere di noi mentre facciamo la figura dei "cretini". Ben inteso che l'immagine degli italiani non sono gli italiani stessi bensì tutti coloro che sventolando la bandiera del "Made in Italy" trascinano la "povera" gente nel fango che creano. Troppo spesso mi chiedo il perchè del non reagire a questo soppruso di immagine.


Napoli è una splendida città che purtroppo per noi italiani è diventata l'immagine nel mondo di ogni singolo paese italiano. Ancora oggi alcuni amici di mia moglie che abitano in Giappone ci chiedono se abbiamo problemi con i rifiuti a casa nostra. Peccato che abitiamo a Firenze, peccato perchè loro mica lo sanno qual'è la differenza. Sarebbe come chiederci la differenza tra Kobe e Kyoto.


Posso, magari, giustificare il problema dei rifiuti ad un Giapponese. Ma come posso giustificare il razzismo o, peggiormente, la xenofobia che domina quasi incontrastata nell'ultimo periodo? Come posso giustificarlo davanti a persone che hanno imparato sulla loro pelle, al prezzo più alto, l'ingiustizia dell'essere razzisti. Semplicemente non posso. Posso solo abbassare il capo e vergognarmi per qualcosa che è stato detto da un mio compatriota. Da qualcuno che, in teoria, difende i miei stessi ideali e per il quale, sempre in teoria, potrei e dovrei dare la vita.


Semplicemente mi vergono perchè so già che nessuno di noi, forse me compreso, reagirà contro questa proposta.

03 maggio 2009

Fuoco sotto la neve


Vorrei parlarvi di un film che si intitola "fire under the snow" di cui qui a fianco potete trovare il blogpart. Vi prego, è molto importante. Importante perchè parla di una situazione (quella tibetana) che l'occidente, in particolare l'Italia, si ostina a non voler vedere o in taluni casi addirittura a rifiutare (vedi il rifiuto del governo di accogliere il Dalai Lama). Il film è un documentario, narrato attraverso la voce diretta di un monaco, che parla degli abusi e delle torture subite dal monaco stesso inflitte dalla Cina (o da chi ne fa le veci). Voglio portare all'attenzione ti tutti quelli che vorranno leggere il mio blog questo film perchè non voglio che la nostra labile memoria si esaurisca. Le olimpiadi di Pechino 2008 sono state un evento-recipiente anche per poter portare all'attenzione mondiale i delitti (innegabili) che le autorità cinesi vogliono mettere a tacere. Sono sempre stato convinto che la giustizia, la libertà ed i diritti umani siano più forti di qualsiasi governo e sono sempre stato convinto che bisogna lottare quando uno di questi vengano negati. Personalmente non ho nessuna conoscenza ne potere politico per poter contrastare un governo di un popolo che è di fatto un quinto della popolazione mondiale, da solo non posso fare niente. Per questo bisogna unirsi, coercizarsi in un unico obbiettivo, perchè loro sono un quinto della popolazione ma noi, tutti noi, siamo quattro quinti. Non voglio fare un discorso anarchico od insurrezionalista, ma credo sia necessario ricordarsi che anche senza i cinesi, o meglio il governo cinese, l'Europa, l'America (del nord e del sud), l'Australia, l'Africa e perfino l'Asia esistono e sopravvivono. Nel mio piccolo posso solo suggerire di vedere questo film per imparare a lottare senza violenza, per combattere l'ingiustizia con la giustizia, per non dimenticare, per far sì che tutto questo dolore, sofferenza ed ingiustizia siano serviti ad una causa più alta e non vengano buttati inutilmente.

Quando aprirete il link vi apparirà una pagina completamente scritta in giapponese, ed una piccola finestra con un video. Il video è in lingua tibetana sottotitolato in giapponese, ma non c'è bisogno di saper parlare tibetano ne di saper leggere il giapponese, tutto quello che vi serve è leggere ciò che è "scritto" chiaramente dentro gli occhi del monaco. Il linguaggio del cuore è internazionale.

28 aprile 2009

Permesso di soggiorno

Oggi vorrei ripercorrere alcune tappe che mia moglie ha dovuto affrontare per poter avere un permesso di soggiorno e, anche se magari (visto che cambiano le regole continuiamente) non servirà a nessuno, voglio provare a dare una mano a chi si trova nella stessa situazione.

Per prima cosa devo fare alcune premesse;




  1. Mia moglie è giapponese e quindi extracomunitaria.


  2. Prima di venire in Italia aveva ricevuto dall'ambasciata italiana in giappone un visto per studio.


  3. Dopo la prima richiesta del PDS, abbiamo fatto solo rinnovi per lo stesso.


  4. Ci siamo sposati perchè ci amiamo e non per altri (futili) motivi.

Dico queste cose perchè essere stranieri in Italia "non è uguale per tutti". Cambiano tante cose se sei di un paese o di un altro (a seconda degli accordi uni/bilaterali presi fra l'Italia e altri paesi), se è la prima volta che si viene in Italia o se si abita qui da più di 5 o 6 anni, se si vuole un PDS per motivi di studio o di lavoro o familiare, etc. etc. Le regole sono veramente tante. Vi consiglio di approfondirle con questi due siti: http://www.poliziadistato.it/articolo/1076-Stranieri e http://www.meltingpot.org/ . Il primo appartenente alla Polizia di Stato italiana (sezione stranieri) il secondo un utile strumento che vi tiene sempre informati sui vari cambiamenti delle leggi, decreti e quant'altro con una sezione (sans-papiers) dedicata alla tutela legale dei vostri diritti e libertà.


Per prima cosa mi sono recato in uno dei tanti uffici postali in Italia che offrono il servizio di "Sportello Amico" (Per trovare quello che più è vicino a casa vostra visitate questo sito: http://www.poste.it/azienda/ufficipostali/eli2/soggiorno/ o http://www.poste.it/online/cercaup/ricerca_uffici.php?serviziopre=SPPSG appartengono a Poste Italiane quindi relativamente sicuri). Per richiedere il KIT per fare la domanda per il PDS. Si può procedere anche in altri modi per fare la domanda come presentarsi da un PATRONATO o andare al proprio COMUNE (dove potrete ricevere assistenza anche per la compilazione) o presentarsi direttamente in QUESTURA ufficio stranieri (anche se ve lo sconsiglio). Qui di seguito inserisco un link per trovare tutti i comuni ed i patronati che offrono questo servizio: http://www.portaleimmigrazione.it/ questo sito vi servirà anche per poter "monitorare" lo stato di avanzamento della vostra richiesta (anche se per la verità non funziona un gran che, è costruito male e da sempre un errore sui certificati quando si prova ad accedere all'area riservata). Io ho preferito compilare da solo il kit, non è impossibile ed puoi scegliere il momento per farlo senza dover prendere appuntamenti con nessuno e permessi o ferie al lavoro. Dopo aver comprato una marca da bollo da 14,62 (da allegare alla domanda), aver fotocopiato tutti i documenti ( tutto il passaporto, il vecchio PDS, carte di credito, assicurazione sanitaria), aver prodotto 4 fototessere, compilato il questinario lo abbiamo spedito pagando circa 70 euro (fra tasse e bollettino). Qualche giorno dopo la questura ci ha avvisato con un SMS che il primo appuntamento sarebbe stato otto mesi dopo!!! Alle 10 e 32 per l'esattezza. Il resto è una storia già raccontata... Appuntamenti imprecisi, attese infinite, giramenti vari, ansia, paura ed una degna conclusione che vi ho già esposto: http://ciskye.blogspot.com/2009/04/lorologio-delle-11-e-02.html

Spero di esservi stato utile almeno un minimo, se avete problemi o volete chiarimenti su quello che ho scritto non esitate a contattarmi.

Per ora mi fermo

26 aprile 2009

Il nascondino del sole


Siamo, finalmente, in primavera. Per tutti gli italiani (o almeno per i fiorentini) la primavera è sinonimo di giornate allungate, tepore dovuto al primo sole e pic-nic fuori porta nei fine settimana. Per il resto del mondo (o almeno per gli americani, per i tedeschi e per gli inglesi) l'Italia è sinonimo di caldo, belle giornate e divertimento all'aria aperta. Da qui, io credo vengono quei due famosi detti; "Il bel Paese" e "Il Paese del sole". Ora, per quanto riguarda il primo detto dovrebbe comprendere oltre al tempo considerato sempre sereno anche la cordialità e gentilezza delle persone oltre all'immenso patrimonio culturale ed artistico di cui andiamo tanto fieri. Sorvolando sulla polemica che potrebbe scaturire dal contestare il carattere (usualmente esternato almeno qui a Firenze) delle persone, è ovvio che non si possa smentire quel detto in quanto il patrimonio di cui disponiamo non è in discussione. Per quanto riguarda il secondo detto, invece, mi sto domandando come possiamo continuare ad illuderci su questo. Non credo sia un problema da poco, la mancanza di sole, visto che spesso influisce sul comportamento e sugli umori delle persone. In un paese come il nostro poi, la mancanza di sole o, addirittura la pioggia, rende difficile il normale svolgimento della vita. Basta guardare cosa succede al traffico se improvvisamente inizia a piovere o agli effetti che la pioggia ha sull'economia turistica del nostro Paese. Senza contare ovviamente tutto il resto.


Francamente sono spaventato ed anche un po' deluso da me stesso. Penso spesso che tutto questo tempo brutto dipenda anche dal mio comportamento consumista. Circa quindici anni fa ho studiato (con la scuola) un modo per ridurre il consumo dell'acqua, contribuendo al mantenimento dell'attuale (dell'epoca) ecosistema. In tutto questo tempo ho tentato di seguire i consigli e gli accorgimenti presenti nello studio, ovviamente non sempre riuscendoci. Non credo che da solo possa cambiare le cose ma, credo che se mi muovo per "primo" poi ci saranno altri che seguiranno il mio esempio. Magari credendoci tutti possiamo veramente cambiare qualcosa. Non so neanche se le soluzioni che adotto siano veramente efficaci per contrastare il costante peggioramento delle condizioni climatiche del nostro pianeta. So solo che, ormai, è più di metà anno che quasi giornalmente piove. Spero veramente che tutto questo cambi.


Per ora rimango alla finestra agognando un piccolo raggio di sole che possa riscaldare le nostre vite e la nostra primavera.

22 aprile 2009

Poste Italiane




Oggi sono andato alla posta a pagare una bolletta (215 euro di luce!!!) e come al solito ho sbattuto contro un muro che in Italia si trova spesso (magari anche all'estero, ma io abito qui...).


Ovviamente sono dovuto andare nell'ora di pausa (pranzo) del lavoro (come la maggior parte degli italiani che ancora si ostinano a non domiciliare le utenze). Va detto che mi ritengo molto fortunato perchè la mia pausa è di due ore (fra le 12.30 e le 14.30), anche se ogni giorno, al lavoro, sacrifico sempre un po' di tempo in più (esco un po' più tardi e rientro un po' più presto).


Anche oggi, infatti, sono uscito alle 12 e 45 per dirigermi a tutta velocità all'ufficio postale più vicino. Appena sono entrato (12 e 50) ho subito preso il numerino per i bollettini ( lettera "C" con "solo" 5 persone davanti a me) , ho notato subito che c'erano solo 4 sportelli su 7 aperti (tanto siamo solo nell' ora di punta!). Dopo circa 20 minuti (per 5 persone) appoggiato annoiatamente su una panchina, scatta il mio numerino. Mi presento allo sportello e pago la mia bolletta della luce (tempo impiegato: 2 minuti). Poi faccio la stupidaggine di chiedere un francobollo da 1,40. La persona allo sportello mi dice (quasi incredulo che non lo sapessi); "Ma per i francobolli ti devi rivolgere ad un altro sportello non a questo" ed io un po' perplesso " Quindi devo prendere un altro numero?" e lui "Eeh sì". Ma come sono stato stupido! Ci dovevo pensare prima!! Figuriamoci se alle poste ti vendono un francobollo!!! Riprendo un altro numerino (lettera "L", se non sbaglio, con le solite 5 persone davanti, ora che ci penso, sarà un caso?), solita trafila aspetto annoiatamente per altri 20 minuti ed entro in possesso di un francobollo! Allo sportello, la persona (un'altra) che mi serve, alla mia richiesta, gli scappa un commento involontario ma normalissimo; "Accipicchia!".Eh sì, devo essere proprio l'unico che si fa 20 minuti di fila per un francobollo da 1,40. Appena esco, guardo l'orario e... 13 e 40!!! Mi rendo conto che la mia pausa di due ore si è ridotta drasticamente, mi è rimasto meno di un'ora per tornare a casa, mangiare e tornare a lavoro in tempo utile da poter fare quello per cui mi pagano (gestire un magazzino, i clienti, i corrieri, etc. etc.).


Avevo provato a prenderlo in tabaccheria, il francobollo, ma lì tengono solo quelli per la posta ordinaria ( da 60 per intenderci) oppure marche da bollo di tutti i tipi (proprio perchè alla posta non le vendono). Ma possibile mai che nessuno abbia mai pensato ad una macchinetta automatica per la distribuzione di francobolli e marche da bollo??? Certo che siamo proprio dei COGLIONI!! (Se lo può dire il primo ministro in TV, lo posso dire anche io!!)


Vorrei fare come tutti gli italiani fanno quando succedono queste cose, lasciare fare, ma non ce la faccio! Vorrei non incazzarmi. Vorrei poter cambiare queste cose, fare qualcosa, denunciare qualcuno, querelare qualcun'altro ma non servirebbe ad altro se non ad aumentare lo stress che già mi affligge. Almeno mi posso sfogare qui, scrivendo nell'etere ciò che nessuno leggerà.

20 aprile 2009

Sposi novelli


Oggi vi vorrei parlare di una bella cosa.

Il matrimonio.

Eh si, arriva un giorno in cui si decide di fare il "grande passo".

Io e la mia metà abbiamo deciso di sposarci. Credo che tante coppie abbiano pensato a questa eventualità e abbiano riflettuto a lungo su cosa vuol dire sposarsi, sui costi di un matrimonio, sugl'obblighi morali ed evvettivi che comporta questa scelta.

Quando poi il matrimonio congiunge una coppia Italo-Giapponese (o Nippo-Italica) dobbiamo pensare anche a tutto il resto...

Prima di tutto, seguendo quello che era la mia personale tradizione (e fortunatamente anche la tradizione di lei), abbiamo deciso di "chiedere la mano" ai genitori. La qualcosa non è così facile come può sembrare. Innanzi tutto abbiamo dovuto organizzare un viaggio in Giappone (per me era la prima volta). Sorpassare tutte quelle barriere burocratiche italiane per l'area Scenghen e trovare un biglietto "sicuro" (vedi Alitalia) senza dover passare in banca per un mutuo. Dopodichè abbiamo dovuto anticipare l'iter burocratico italiano (ma anche giapponese) per poter velocizzare le procedure di matrimonio. Infine ho dovuto, ovviamente, chiedere in giapponese la mano al padre (ma anche al nonno, la nonna e la madre) di lei.

Purtroppo sia per i costi eccessivi, sia per una questione di tempistica non abbiamo celebrato nessun matrimonio religioso. Cosa che comunque pensiamo di fare a tempo debito sia in chiesa, in Italia, sia (non me ne voglia il Papa) nel templio shintoista, in Giappone.

17 aprile 2009

L'orologio delle 11 e 02


Oggi ho accompagnato mia moglie in questura, non che abbia fatto nessun tipo di reato, ma solo perchè è giapponese. Quindi secondo la legge italiana mia moglie è un'extracomunitaria necessitante di "regolare" permesso di soggiorno. Fino a ieri, sempre secondo la legge italiana, era una cittadina giapponese in attesa del PDS (permesso di soggiorno) per motivi di studio. Oggi, visto che dovevamo finalmente andare a prendere l'agognato PDS (per il quale abbiamo aspettato 11 mesi), abbiamo deciso di richiedere la variazione del motivo di soggiorno (da studio a familiare). Ovviamente dopo il matrimonio ho iniziato a collezzionare fogli su fogli indispensabili per il rilascio del nuovo PDS. Con una lista di documenti necessari di cui sotto


  • 1 marca da bollo di 14,62

  • 4 fototessere (valore 4,00 )

  • copia del passaporto di mia moglie (tutte le pagine)

  • originale estratto del matrimonio (gratis)

  • dichiarazione di ospitalità con una copia di un mio documento

  • copia del contratto della casa più eventuali passaggi di propietà per via ereditaria

  • certificato contestuale (valore 14,62)

  • dichiarazione di garanzia

  • CUD più ultime buste paga
rilasciatami da un avvocato che si occupa di procedure per stranieri, ho iniziato zizzagare fra i vari uffici, tabaccherie, copisterie e quant'altro per poter presentare la documentazione in questura. Due settimane di "lavoro", richieste, timbri, fogli e non so cos'altro mandati in fumo da una polizziotta (per la verità anche molto gentile) che mi ha richiesto un foglio che nessuno mi aveva segnalato. La residenza.
Sveglia presto, ore 6 più circa 20 minuti per capire chi sono, prepararsi velocemente, prendere la macchina, arrivare a Firenze centro il più velocemente possibile, trovare un parcheggio minimamente vicino, prepararsi alla coda infinita al freddo, pioggia, caos socio-linguistico e chissa che altro. Un piano d'azione facile facile. Questa mattina faceva freddo ma almeno non pioveva, il traffico ancora assente alle sette e qualcosa ci ha permesso di arrivare velocemente a Firenze. Trovare parcheggio è un altro discorso. dopo circa 20 minuti di inutili ricerche decido che un parcheggio per motorini residenti è l'ottimale per la mia 147 (i vigili dopo il lavaggio strade non dovrebbero ripassare). Arriviamo alla questura sportello stranieri a un quarto alle 8 e miracolosamente non c'è coda. L'Ufficio è già aperto e dentro ci sono già tante persone. Gli sportelli sono ancora chiusi e il tabellone elettronico segna una fila infinita di zeri. Almeno siamo al coperto ed al caldo, penso. Mostriamo la lettera di convocazione ad un agente di presidio all'ingresso e ci viene prontamente fornito un numerino. Dentro c'è il rumore assordante dell'allarme antincendio attivo. Mi preoccupo un po' ma poi vedendo la calma relativa di chi è già dentro mi rilasso un po'. Non troppo perchè già prevedo di dover litigare con chi è allo sportello.
Dopo "solo" 25 minuti l'allarme si stanca di gridare e si placa. Poco dopo iniziano a scattare i primi numeri sul tabellone. Velocemente arriviamo al 10 (noi siamo il 130), ancora più velocemente arriviamo al 40. Troppo velocemente... strano. Quando dopo circa 40 minuti tocca a noi capisco perchè era così veloce. Stanno distribuendo numeri per le varie operazioni. Quindi abbiamo fatto la coda per fare un'altra coda... NO COMMENT. Dobbiamo prendere due numerini uno per ritirare il permesso "vecchio" l'altro per fare la richiesta di quello nuovo. Scatta prima il numero per quello nuovo. La signorina dietro lo sportello ci avverte che è necessario anche quello "vecchio" da allegare alla nuova richiesta. Quindi ci fa passare dallo sportello 2 al 18 per poter passare avanti a tutti e ritirare il "vecchio" PDS. Quando lo guardiamo ci rendiamo conto che veramente è vecchio, scadrà il 16 maggio prossimo. Quindi abbiamo aspettato 11 mesi per una cosa che fra un mese dovremmo buttare via. Comunque ritorniamo allo sportello 2 ed entrando fra un numero e l'altro diamo il vecchio PDS alla signorina. Lei ce lo ritira per non rendercelo (quindi 11 mesi di attesa per circa 1 minuto di validità!!!). In cambio ci da una ricevuta per attestare che abbiamo fatto la richiesta per il rinnovo del PDS (che senza quel foglio che non ho prodotto scadrà fra 6 mesi) che potremo ritirare fra circa 20 giorni (quindi la validità scende a 5 mesi). Poi, ovviamente, un mese prima della scadenza devo rifare il rinnovo (e la validità scende ovviamente a soli 4 mesi), questa volta però durerà 5 anni (se prima non cambia la legge)!!!

E' proprio vero, anche un orologio rotto, due volte al giorno, segna l'ora esatta.

Prima volta...






La mia prima volta. Suona un po' male, soprattutto per un ragazzo di 32 anni, ma è veramente la mia prima volta che ho un blog e che condivido via etere le mie vicessitudini.


Pensate che non ho mai tenuto neanche un diario personale, figuriamoci un blog!!


Speriamo bene, vi lascio con questa immagine, regalatami da Dio e che ho avuto la fortuna di poter riprendere.


Un saluto a tutti quelli che avranno voglia di "commentare" le mie disavventure, i miei traguardi, le mie poesie... Insomma la mia vita (^^)/