20 aprile 2009

Sposi novelli


Oggi vi vorrei parlare di una bella cosa.

Il matrimonio.

Eh si, arriva un giorno in cui si decide di fare il "grande passo".

Io e la mia metà abbiamo deciso di sposarci. Credo che tante coppie abbiano pensato a questa eventualità e abbiano riflettuto a lungo su cosa vuol dire sposarsi, sui costi di un matrimonio, sugl'obblighi morali ed evvettivi che comporta questa scelta.

Quando poi il matrimonio congiunge una coppia Italo-Giapponese (o Nippo-Italica) dobbiamo pensare anche a tutto il resto...

Prima di tutto, seguendo quello che era la mia personale tradizione (e fortunatamente anche la tradizione di lei), abbiamo deciso di "chiedere la mano" ai genitori. La qualcosa non è così facile come può sembrare. Innanzi tutto abbiamo dovuto organizzare un viaggio in Giappone (per me era la prima volta). Sorpassare tutte quelle barriere burocratiche italiane per l'area Scenghen e trovare un biglietto "sicuro" (vedi Alitalia) senza dover passare in banca per un mutuo. Dopodichè abbiamo dovuto anticipare l'iter burocratico italiano (ma anche giapponese) per poter velocizzare le procedure di matrimonio. Infine ho dovuto, ovviamente, chiedere in giapponese la mano al padre (ma anche al nonno, la nonna e la madre) di lei.

Purtroppo sia per i costi eccessivi, sia per una questione di tempistica non abbiamo celebrato nessun matrimonio religioso. Cosa che comunque pensiamo di fare a tempo debito sia in chiesa, in Italia, sia (non me ne voglia il Papa) nel templio shintoista, in Giappone.

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