08 ottobre 2011

Guardando il cielo dell'Italia

Parlando del'Italia o degli italiani di luoghi comuni ne troviamo tantissimi, però ci sono alcuni dati di fatto che sono innegabili.
L'Italia è il paese con il più alto numero di patrimoni culturali, fra monumenti, opere d'arte, palazzi e scritti di qualsiasi genere. È anche uno dei paesi con il più vasto patrimonio naturalistico d'Europa e sicuramente il maggiore dal punto di vista di risorse naturali rinnovabili. Infine non dobbiamo scordarci che siamo fra le 8 maggiori potenze economiche del paese.
Con queste premesse chiunque guardando l'Italia da fuori non può che rimanerne affascinato, come il turista in centro storico che guardando tutto il tempo in alto verso le bellezze del nostro paese non si accorge del ladro che lo deruba.
Ultimamente anche noi italiani abbiamo iniziato a fare i "turisti". Ci crogioliamo, cioè, nella bellezza e nella ricchezza del nostro paese ostinandoci a guardare il mondo a testa alta, verso il cielo appunto, senza vedere dove mettiamo i piedi, e sempre più spesso i nostri piedi incontrano uno sporco di cui noi stessi siamo artefici.

Eppure progettiamo tante cose e le ultimiamo, ma non siamo capaci di mantenerle nel tempo od a volte non le ultimiamo neanche perchè ci "perdiamo" durante il cammino.

Forse l'errore che commettiamo più spesso è solo quello della "passione", cioè non riusciamo a trasmettere la passione che ci ha spinto a creare qualcosa od a provare a crearla a chi poi ne godrà appieno dei frutti od a chi se ne dovrà far carico affinchè possa perdurare nel tempo.

Non è un modo per scaricare le nostre responsabilità sulle generazioni future ma direi piuttosto un modo per renderle partecipi di ciò che è stato il presente dei nostri genitori, ciò che è il nostro presente e tentare di essere a nostra volta partecipi di ciò che sarà il loro futuro. Certo è che per poter conseguire questo progetto dobbiamo sforzarci di dare gli "strumenti" giusti a chi ci seguirà. E spero proprio che sia possibile.

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