25 settembre 2009
Di Santa ed altre 'nchè
23 settembre 2009
D come disattento
19 settembre 2009
Odio gli indifferenti
Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci
15 settembre 2009
Cuore d'Italia
01 settembre 2009
Puntini sulle i
28 agosto 2009
Illuso disilluso
Milano, 27 ago. (Adnkronos)
A Brescia Dal 2003 Clandestino Chiede e Ottiene Il Rimpatrio In Senegal
"Sono stanco di vivere in Italia, stanco di vivere così". S.A., senegalese di 39 anni, nel nostro Paese dal 2003 si è autodenunciato agli agenti della Questura di Brescia.
Ieri mattina si è presentato ai poliziotti, ha detto di essere clandestino e ha chiesto di essere rimpatriato. Era arrivato con il sogno di un lavoro e di una vita normale, ma da tempo viveva per strada, davanti a un palazzo in via Raffaello.
Senza fissa dimora, dal 2007 non aveva più chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno e ad agosto era stato colpito da ordine di espulsione. ''Non ce la faccio più a continuare così'', ha spiegato agli agenti. Pochi oggetti personali chiusi in una valigia che portava sempre con sé, si è arreso alle difficoltà e ai numerosi esposti dei condomini dello stabile, indispettiti per la sua presenza. Così ieri, l'uomo con nessun precedente penale, si è fatto identificare. In serata è stato accompagnato in all'aeroporto di Malpensa, dove si è imbarcato per il Senegal.
10 agosto 2009
Ciò che rimane
08 agosto 2009
Carta... Kanta!
Grazie Kanta ti vogliamo bene (^^)/
07 agosto 2009
L'Italia che non vorrei...
Tutto quello che lessi quella volta mi ricorda una altra situazione, ma non riesco prorpio a ricordare quale...
Scuse personali
Chiedo scusa a tutti i miei assidui lettori per essere "momentaneamente scomparso" da questo blog.
Non starò a dilungarmi sui motivi che mi hanno trattenuto dallo scrivere su queste pagine virtuali perchè risulterebbero mere ed inutili, anche se motivate, scuse.
Ancora vi porgo le mie più sentite scuse, cercherò di anticiparvi, per quanto mi sarà possibile, le mie prossime ed inaspettate assenze.
Grazie a tutti quelli che con ostentata ragione leggeranno queste righe.
Ciskye.
03 luglio 2009
Nezumi Tori
Mer 1 Lug - 17.02
30 giugno 2009
Il binario interrotto della vita
Come ogni martedì, ignaro dell'accaduto ho accompagnato mia moglie alla stazione e pacificamente me ne sono andato. Non un cartello, un annuncio o semplicemente un addetto alle ferrovie ci ha avvisato del fatto che l'Italia era spezzata in due e che ci sarebbero potuti essere ritardi. VERGOGNA. Lo dico, ma tanto loro non sentono. Forse non sanno neanche cos'è la vergogna. A dimostrazione di ciò oggi alla conferenza stampa indetta dalla società TreniItalia, l'amministratore delegato Mauro Moretti (mi sembra si chiami così) ha dichiarato che dalle prime analisi l'incidente è dovuto ad una rottura del tutto accidentale di un pezzo fondamentale del treno e il controllo della funzionalità, efficenza e rispetto delle normative era di competenza della società propietaria del treno stesso. Un modo come un altro per dire "Non è colpa nostra".
Allora, il fatto che le case adiacenti i binari siano bruciate come carta in un camino non è colpa delle ferrovie. Chi è che deve prevedere e prevenire incidenti a rischio rilevante? E' mai possibile che vere e proprie bombe passino così vicino alle case? Possibile che nessuno, ne il comune, ne le ferrovie, ne i propretari delle case in questione abbia richiesto la messa in sicurezza? E c'è veramente bisogno di chiedere la messa in sicurezza, non è obbligatoria? Chi è che decide la tipologia di merci da trasportare su un determinato tratto? Se fossi un dipendente qualsiasi delle ferrovie poverei un senso enorme d'imbarazzo e mortificazione per quello che è successo nella mia azienda.
Non finisce qui. Il nostro amico Silvio ci ha messo del suo. Arrivato sul luogo dell'incidente è stato accolto da un nugolo di persone che lo hanno fischiato e gli hanno gridato vergona. Lui per tutta risposta ha detto che sono solo i soliti estremisti di sinistra che fanno il male del paese. Caro Silvio soprattutto in momenti di crisi bisognerebbe ascoltare il popolo.
Rimane solo l'immagine di un bambino che dopo essere andato a letto sognando il mare si è svegliato nell'inferno. In Italia si muore anche così.
Vergognamoci tutti.
24 giugno 2009
La voce sorda
A quel 74% di persone che non è andato a votare vorrei dire solo una cosa, vergognatevi CODARDI.
18 giugno 2009
Silenzio assordante
Fortunatamente non mi accontento mai di ascoltare una sola fonte d'informazione ma scavo sempre ovunque per avere la possibilità di osservare un problema da più punti di vista.
Grazie a questo, ho trovato su internet che le risoluzioni imposte non sono poi così risolutive.
Di fatto il consiglio di sicurezza permanente (mi sembra si chiami così) composto dalle più grandi potenze militari al mondo si è trovato favorevole al controllo ed al ridimensionamento delle mire della Corea del Nord. Da notare in particolare che anche la Cina, di cui la Corea spesso è stata il "cane sciolto", ha votato a favore delle risoluzioni. Forse però il tentativo arriva troppo tardivo, infatti negli articoli che ho trovato ( http://it.notizie.yahoo.com/10/20090618/twl-corea-nord-usa-pronti-per-missile-e717a22.html -- http://it.notizie.yahoo.com/7/20090620/tts-usa-rafforzate-le-difese-alle-hawaii-c8abaed.html -- http://it.notizie.yahoo.com/9/20090617/twl-nordcorea-movimenti-in-base-lancio-r-e497199_1.html ) si parla (non troppo) velatamente di un possibile scoppio di una guerra che, a questo punto, viste tutte le instabilità dell'Asia (di cui vi ho accennato in un precedente post) potrebbero iniziare a preoccupare seriamente anche noi Italiani. Mi chiedo se nel silenzio improvviso ed assordante dei telegiornali italiani si celi un imposizione attua a non creare maggiori timori ed incrementare così ulteriolmente la crisi economica in cui ci troviamo oppure sia semplicemente il modo per dire che il problema è risolto e non ci dobbiamo più preoccupare anche se tutto da da intendere che non sia così.
15 giugno 2009
TrenItalia
08 giugno 2009
7 giugno, il mio compleanno
04 giugno 2009
Tempo libero
In questa settimana di ferie "obbligate" mi sono dilettato in quello che, ultimamente, sembra il passatempo di tutti. Il giocattolo favoloso Facebook. Oltre che a ritrovare amicizie e conoscenze perse o trascurate da decenni offre anche un piccolo spazio di svaghi, chiamati applicazioni. In realtà non sono altro che video giochi interattivi che si collegano fra la propria interfaccia e quelle degli utenti a con cui abbiamo deciso di scambiare informazioni, i così detti "amici". Giochi insomma solo giochi, per i quali però dobbiamo sacrificare un po' del nostro tempo. Magari solo cinque minuti per cedere come ce la caviamo in una particolare abilità o quanto siamo più forti degli altri nostri amici... E se perdiamo o siamo meno forti, non c'è problema possiamo riprovare e dimostrare che i più forti siamo noi!!! E' tutto lì, proviamo poi riproviamo ed ancora riproviamo finchè non ci stanchiamo o ci accorgiamo di aver sacrificato un po' troppi "5 minuti". Proprio così per dimostrare agli altri che siamo i più forti non ci rendiamo conto del tempo che passa, soprattutto se, per dimostrarlo, ci divertiamo giocando. Ho avuto la fortuna di arrivare primo in una di queste applicazioni (dimostrando a tutti di essere un entità superiore in quel gioco) ma poi mi sono accorto che nella mia foga di voler primeggiare (fra i miei amici) in quel gioco ho sacrificato il tempo che dedicavo solitamente a questo blog. Guardando meglio poi mi sono accorto che, invece di lasciare il mio pensiero scritto e costruire così un dialogo fra persone che non si conoscono (cosa per cui internet è nata) non ho fatto niente. Proprio niente! Ho solo giocato ad un video gioco, in cui magari sono anche bravo, ma non c'è altro, non nasce una discussione da questo, non si creano legami così, non si costruisce un futuro fatto di dialogo.
La Facebook mania mi spaventa non poco. La voglia di evadere da questo mondo, sicuramente non perfetto, per rifugiarsi in un mondo asettico, come quello della realtà virtuale, è forte ma dobbiamo stare attenti e ricordarci che il mondo vero (dove respiriamo, mangiamo e cresciamo) è un altro. Dobbiamo stare attenti che non ci rubi il tempo di fare le cose necessarie alla nostra sopravvivenza. Mi domando poi, se questa crisi che ci ha colpito così improvvisamente, non sia dovuta magari a distrazioni come FB. Sono quasi convinto che sia il contrario, cioè che FB abbia avuto così tanto successo proprio per merito di questa crisi che ha lasciato tanto "tempo libero" alle persone, però il tarlo nella mia mente ormai c'è e non se ne vuole andare.
Con più dubbi ed incertezze di prima,
il Vs. Ciskye
26 maggio 2009
La memoria delle parole
Giusto i soldi!
24 maggio 2009
Un mondo ideale
22 maggio 2009
Onore al merito
Il titolo che ho scelto per questo Blog "Illuso da una realtà mai sogno" non è frutto del mio sacco ma lo devo ad uno sconosciuto che ha voluto condividere su un muro a caratteri cubitali questo suo pensiero con tutto il mondo. La frase originaria era "Illusi da una realtà mai sogno", che io ho leggermente modificato in "illuso", perchè mi sento parte di quel gruppo di "speranzosi" a cui, quel genio sconosciuto, a voluto accennare.
Ogni giorno mentre tornavo da scuola con l'autobus potevo leggere tranquillamente quella scritta ed, usandola come spunto, ragionarvici sopra. Un giorno, quando ridipinsero il muro della casa sul quale era scritto quel graffito, sentii un senso di vuoto che cresceva dentro di me. Inconsapevolmente mi ero accorto che avevano cancellato lo spunto dei miei pensieri e riflessioni pomeridiane durante il lento tragitto dell'autobus. Dopo pochi mesi, però, la scritta riapparve in tutta la sua grandezza (circa 4 metri per 2 disposto su due righe).Pensai che non si possono cancellare i pensieri e se qualcuno ci dovesse provare questi ritornerebbero più forti e decisi che mai. So che molto probabilmente era riferito alla A.C.Fiorentina che a Firenze ha dato tante speranze ed altrettante delusioni ma da quel giorno è diventata un motto che ho fatto mio adattandone il significato a mio piacimento. Se ben ricordo passarono più di 15 anni e quella scritta, che tutt'oggi mi da l'incipit ai miei pensieri resistette a lungo. Ad oggi la scritta non è più visibile ma trova nuova vita in questo blog.
20 maggio 2009
Scuse formali
Ben a conoscenza che queste scuse rappresentano un mio e solo mio pensiero salvo l'estensione alla mia famiglia di cui sono a capo e per la cui posso parlare,
mortificato dall'ennesimo episodio di cui noi italiani ci siamo macchiati, Vi rinnovo le mie scuse pregandoVi di estenderle a tutto il popolo giapponese e
Vi porgo i miei più rispettosi saluti.
Daniele, cittadino italiano.
19 maggio 2009
Ferite di una penna
Ambasciata del Giappone
Roma
Roma, 7 maggio 2009
Egregio Direttore,
ci riferiamo all'articolo apparso sul Vostro giornale il 30 aprile a p. 16, intitolato "Lambertow premiato dai giapponesi". Nel medesimo si legge "Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi".
E’ ben accetta l'attenzione prestata alla notizia del conferimento dell'onorificenza al Senatore Dini da parte del Giappone. Tuttavia, riteniamo che l'espressione utilizzata per identificarci, ossia "musi gialli", abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l'espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all'altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano. Pertanto, richiediamo quanto prima una spiegazione a scopo di rettifica sull'espressione "musi gialli giapponesi" come apparsa sul Vostro giornale.
Attendendo una Sua risposta in merito, Le porgiamo distinti saluti.
Shinsuke Shimizu
Ministro e Vice Capo Missione
P.S.- Anticipiamo, inoltre, che la presente lettera sarà pubblicata in ogni caso sul sito della nostra Ambasciata al fine di informare i Vostri numerosi lettori.
(日本語仮訳) 日本大使館ローマ ローマ、2009年5月7日 編集局長殿 4月30日付の貴紙16面に掲載された「Lambertow premiato dai giapponesi」と題する記事中、「Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi」との表現について、以下申し上げます。まずは我が国のディーニ上院外交委員長への叙勲に対し貴紙より払われた関心に対し歓迎申し上げます。しかしながら、同記事の中で日本人を表す表現として使用されている「musi gialli」との表現は侮辱的かつ大変否定的ニュアンスの表現であり、また、記事の内容に鑑みても、右表現を使用する必然性はないと思われ、したがって全く意味のない表現であると考えます。加えて、このような品格のない表現の使用は、全国紙であり、イタリアのジャーナリズムの中で伝統を有する貴紙の気品にそぐわないものと考えます。ついては、貴紙に掲載された上記表現の訂正を目的とした早急な説明を求めます。ご回答を待ちつつ。 敬具 (署名)清水 信介次席公使 追伸:本件書簡については、貴紙を購読する多くの読者に対する周知のため、当大使館のHP上に掲載する旨前もってお伝えします。
_______________________
Gent.mo Dott. Mario GIORDANO
Direttore ResponsabileIl Giornale
Via Gaetano Negri, 4
20123 MILANO
08 maggio 2009
Leggi razziali
03 maggio 2009
Fuoco sotto la neve
28 aprile 2009
Permesso di soggiorno
Per prima cosa devo fare alcune premesse;
- Mia moglie è giapponese e quindi extracomunitaria.
- Prima di venire in Italia aveva ricevuto dall'ambasciata italiana in giappone un visto per studio.
- Dopo la prima richiesta del PDS, abbiamo fatto solo rinnovi per lo stesso.
- Ci siamo sposati perchè ci amiamo e non per altri (futili) motivi.
Dico queste cose perchè essere stranieri in Italia "non è uguale per tutti". Cambiano tante cose se sei di un paese o di un altro (a seconda degli accordi uni/bilaterali presi fra l'Italia e altri paesi), se è la prima volta che si viene in Italia o se si abita qui da più di 5 o 6 anni, se si vuole un PDS per motivi di studio o di lavoro o familiare, etc. etc. Le regole sono veramente tante. Vi consiglio di approfondirle con questi due siti: http://www.poliziadistato.it/articolo/1076-Stranieri e http://www.meltingpot.org/ . Il primo appartenente alla Polizia di Stato italiana (sezione stranieri) il secondo un utile strumento che vi tiene sempre informati sui vari cambiamenti delle leggi, decreti e quant'altro con una sezione (sans-papiers) dedicata alla tutela legale dei vostri diritti e libertà.
Per prima cosa mi sono recato in uno dei tanti uffici postali in Italia che offrono il servizio di "Sportello Amico" (Per trovare quello che più è vicino a casa vostra visitate questo sito: http://www.poste.it/azienda/ufficipostali/eli2/soggiorno/ o http://www.poste.it/online/cercaup/ricerca_uffici.php?serviziopre=SPPSG appartengono a Poste Italiane quindi relativamente sicuri). Per richiedere il KIT per fare la domanda per il PDS. Si può procedere anche in altri modi per fare la domanda come presentarsi da un PATRONATO o andare al proprio COMUNE (dove potrete ricevere assistenza anche per la compilazione) o presentarsi direttamente in QUESTURA ufficio stranieri (anche se ve lo sconsiglio). Qui di seguito inserisco un link per trovare tutti i comuni ed i patronati che offrono questo servizio: http://www.portaleimmigrazione.it/ questo sito vi servirà anche per poter "monitorare" lo stato di avanzamento della vostra richiesta (anche se per la verità non funziona un gran che, è costruito male e da sempre un errore sui certificati quando si prova ad accedere all'area riservata). Io ho preferito compilare da solo il kit, non è impossibile ed puoi scegliere il momento per farlo senza dover prendere appuntamenti con nessuno e permessi o ferie al lavoro. Dopo aver comprato una marca da bollo da 14,62 (da allegare alla domanda), aver fotocopiato tutti i documenti ( tutto il passaporto, il vecchio PDS, carte di credito, assicurazione sanitaria), aver prodotto 4 fototessere, compilato il questinario lo abbiamo spedito pagando circa 70 euro (fra tasse e bollettino). Qualche giorno dopo la questura ci ha avvisato con un SMS che il primo appuntamento sarebbe stato otto mesi dopo!!! Alle 10 e 32 per l'esattezza. Il resto è una storia già raccontata... Appuntamenti imprecisi, attese infinite, giramenti vari, ansia, paura ed una degna conclusione che vi ho già esposto: http://ciskye.blogspot.com/2009/04/lorologio-delle-11-e-02.html
Spero di esservi stato utile almeno un minimo, se avete problemi o volete chiarimenti su quello che ho scritto non esitate a contattarmi.
Per ora mi fermo
26 aprile 2009
Il nascondino del sole
22 aprile 2009
Poste Italiane
20 aprile 2009
Sposi novelli
17 aprile 2009
L'orologio delle 11 e 02
- 1 marca da bollo di 14,62
- 4 fototessere (valore 4,00 )
- copia del passaporto di mia moglie (tutte le pagine)
- originale estratto del matrimonio (gratis)
- dichiarazione di ospitalità con una copia di un mio documento
- copia del contratto della casa più eventuali passaggi di propietà per via ereditaria
- certificato contestuale (valore 14,62)
- dichiarazione di garanzia
- CUD più ultime buste paga
Sveglia presto, ore 6 più circa 20 minuti per capire chi sono, prepararsi velocemente, prendere la macchina, arrivare a Firenze centro il più velocemente possibile, trovare un parcheggio minimamente vicino, prepararsi alla coda infinita al freddo, pioggia, caos socio-linguistico e chissa che altro. Un piano d'azione facile facile. Questa mattina faceva freddo ma almeno non pioveva, il traffico ancora assente alle sette e qualcosa ci ha permesso di arrivare velocemente a Firenze. Trovare parcheggio è un altro discorso. dopo circa 20 minuti di inutili ricerche decido che un parcheggio per motorini residenti è l'ottimale per la mia 147 (i vigili dopo il lavaggio strade non dovrebbero ripassare). Arriviamo alla questura sportello stranieri a un quarto alle 8 e miracolosamente non c'è coda. L'Ufficio è già aperto e dentro ci sono già tante persone. Gli sportelli sono ancora chiusi e il tabellone elettronico segna una fila infinita di zeri. Almeno siamo al coperto ed al caldo, penso. Mostriamo la lettera di convocazione ad un agente di presidio all'ingresso e ci viene prontamente fornito un numerino. Dentro c'è il rumore assordante dell'allarme antincendio attivo. Mi preoccupo un po' ma poi vedendo la calma relativa di chi è già dentro mi rilasso un po'. Non troppo perchè già prevedo di dover litigare con chi è allo sportello.
Dopo "solo" 25 minuti l'allarme si stanca di gridare e si placa. Poco dopo iniziano a scattare i primi numeri sul tabellone. Velocemente arriviamo al 10 (noi siamo il 130), ancora più velocemente arriviamo al 40. Troppo velocemente... strano. Quando dopo circa 40 minuti tocca a noi capisco perchè era così veloce. Stanno distribuendo numeri per le varie operazioni. Quindi abbiamo fatto la coda per fare un'altra coda... NO COMMENT. Dobbiamo prendere due numerini uno per ritirare il permesso "vecchio" l'altro per fare la richiesta di quello nuovo. Scatta prima il numero per quello nuovo. La signorina dietro lo sportello ci avverte che è necessario anche quello "vecchio" da allegare alla nuova richiesta. Quindi ci fa passare dallo sportello 2 al 18 per poter passare avanti a tutti e ritirare il "vecchio" PDS. Quando lo guardiamo ci rendiamo conto che veramente è vecchio, scadrà il 16 maggio prossimo. Quindi abbiamo aspettato 11 mesi per una cosa che fra un mese dovremmo buttare via. Comunque ritorniamo allo sportello 2 ed entrando fra un numero e l'altro diamo il vecchio PDS alla signorina. Lei ce lo ritira per non rendercelo (quindi 11 mesi di attesa per circa 1 minuto di validità!!!). In cambio ci da una ricevuta per attestare che abbiamo fatto la richiesta per il rinnovo del PDS (che senza quel foglio che non ho prodotto scadrà fra 6 mesi) che potremo ritirare fra circa 20 giorni (quindi la validità scende a 5 mesi). Poi, ovviamente, un mese prima della scadenza devo rifare il rinnovo (e la validità scende ovviamente a soli 4 mesi), questa volta però durerà 5 anni (se prima non cambia la legge)!!!
E' proprio vero, anche un orologio rotto, due volte al giorno, segna l'ora esatta.